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Festival del documentario storico a Roma. Per avvicinare i ragazzi alla storia

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Si terrà dal 18 al 20 febbraio la prima edizione di questa rassegna, presieduta da Folco Quilici, che alternerà proiezioni di giovani aspiranti documentaristi alla presentazione del materiale conservato negli archivi di Istituto Luce, Rai Educational e History Channel. Lo scopo è appunto quello di raccontare la Storia e (del)le storie e di stimolare l’interesse per la ricerca storica nelle nuove generazioni. Ginevra Baffigo ci presenta il programma.

di Ginevra BAFFIGO

Dal 18 al 20 febbraio si terrà la prima edizione del Festival del Documentario Storico di Roma. Nella città da sempre set del cinema e soprattutto della storia, nasce un’iniziativa tesa a valorizzare l’immenso patrimonio iconografico, costituito da documenti radiofonici, fotografici, cinematografici, documentaristici e video-televisivi, conservato in alcuni dei più importanti giacimenti culturali d’Europa: l’istituto Luce, Rai Educational ed History Channel. Le tre case di produzione hanno fortemente voluto dare vita a questo progetto, con l’auspicio e soprattutto l’intenzione di rendere l’iniziativa un “appuntamento fisso” con cadenza annuale. Il festival offrirà al pubblico della capitale alcuni tra i più importanti filmati degli archivi delle sopracitate majors, molti dei quali sono stati arricchiti con materiale inedito ed adattati alla proiezione su grande schermo.
Il festival si articolerà in due sezioni; la rassegna ed il concorso “Lupa d’oro”. Quest’ultimo è rivolto ai giovani aspiranti documentaristi, che a loro volta verranno suddivisi in due categorie; quella degli studenti degli istituti superiori e quella degli under 25. In palio per la scuola che realizzerà il miglior documentario storico ci sarà una station di montaggio video di ultima generazione, mentre per la categoria under 25 il premio consisterà in un training formativo della durata di 4 settimane.
Il palinsesto delle tre giornate comprende 38 cortometraggi di cui 2 inediti; “Roma a tutto schermo” di Raffaele Quagliarella e “9 un numero oltre il secolo” di Italo Moscati. Una breve retrospettiva sarà poi dedicata al Presidente del festival, Folco Quilici; uno dei più illustri documentaristi italiani, nonché vero e proprio pioniere del genere stesso. Al cinema Farnese l’intero pomeriggio del 20 febbraio sarà dedicato all’opera del maestro con tre dei suoi ultimi lavori: “L’Impero di Marmo”, “Il mare dei Fenici” e “Un’isola nel tempo”.
In merito alla rassegna, la selezione offerta, tale da soddisfare l’interesse degli appassionati del genere e la curiosità di quelli che ancora non lo sono, è stata divisa in tre percorsi. “C’era una volta”, che, ricorrendo alle ricostruzioni grafiche di History Channel, potrà attrarre anche i più esigenti cultori di storia antica romana. Si potrà assistere, ad esempio, al processo tenutosi nell’82 a.C., dove dal banco della difesa un appassionato Cicerone riuscirà a far prosciogliere il suo assistito, accusato di parricidio. A seguire vi è la sezione “soltanto ieri”, in cui si tratterà in modo accurato la vicenda del ventennio fascista e dell’ultima guerra mondiale. L’istituto Luce possiede infatti uno dei più vasti archivi di materiale audio-visivo su quegli anni, ma non volendosi limitare al ruolo meramente istituzionale che giocò in quanto strumento propagandistico di regime, per questo festival proporrà “Diario di un giovane fascista”, dove attraverso uno spaccato di vita quotidiana, viene raccontato quel ventennio che ci ha così profondamente segnati. Volgendo poi lo sguardo ai territori d’oltralpe, è assolutamente da non perdere “Codice Husky”: il racconto per immagini, interamente a colori, delle atrocità della guerra. Inoltre si potrà godere delle ricostruzioni storiche, cui la firma di Minoli è impossibile non notare, di “La strage di sant’Anna di Stazzema” e “La storia di Celeste di Porto”. Ed infine “Appena oggi”; in cui spiccano “Italian tabloid-la banda della Magliana” e “il massacro del Circeo”, fatti che fino a pochi anni fa invadevano le pagine di cronaca nera. Ma in una simile rassegna non potevano di certo mancare le biografie; dai personaggi che hanno segnato la storia del costume italiano, da Modugno a Gabriella Ferri, ad una delle personalità più eclettiche della storia dell’arte in “Michelangelo, una passione eretica”.
Nella chiesa di S. Maria dell’Immacolata a San Lorenzo, le sere del 19, 20 e 21, verrà messo in scena il documentario dal vivo di Vito Bruschini “Sotto un cielo di bombe”; rievocazione del bombardamento di San Lorenzo, proprio in quello che ne fu l’epicentro. Invece le proiezioni dei cortometraggi si terranno nei pomeriggi del 18, 19 e 20 febbraio, presso le sale dell’Auditorium di via della Conciliazione, al nuovo teatro Aquila e al cinema Farnese a ingresso libero, mentre le mattine saranno dedicate alle scuole. Per le scolaresche del quartiere Ottavia il Cineplex Gulliver ha messo a disposizione le sue sale per le mattine del 20 e 21. Questa iniziativa infatti si rivolge soprattutto alle nuove generazioni, presentando il documentario storico come rimedio alle lacune e approfondimento dello studio della storia, ma soprattutto come incentivo a non abbandonare l’interesse e la ricerca storica una volta finiti gli studi. Il festival, come palesato dalla scelta del materiale documentaristico, ha inoltre voluto dare importanza alle storie personali, alla storia talvolta definita “minore”, tanto che History Channel parallelamente ha voluto dar vita ad un’altra iniziativa: “Memoro-la Banca della Memoria”, il cui scopo è appunto quello di raccogliere testimonianze di vita di persone, note o sconosciute, nate prima del 1940, per poi trasmetterle ai giovani mettendole in rete.
Il Festival del Documentario Storico non solo vuole avvicinare il grande pubblico all’affascinante mondo della Storia, ma tende piuttosto a ridare spazio alle storie; non solo grandi statisti o scontri fra potenti nazioni, bensì le vicende individuali, le personali battaglie, le quali riflettono la loro straordinaria importanza ogniqualvolta si prova a ricollocarle nel disegno della storia collettiva, che come in un meraviglioso mosaico, fa di ogni tracciato individuale una tessera aggiunta.

Ginevra Baffigo


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